Per la giornata mondiale contro il bullismo e il cyberbullismo, abbiamo deciso di pubblicare questo articolo che ripercorre il grottesco (e reale) Truman Show di Christine Weston Chandler. Ci scusiamo se vi doveste sentire offesi o urtati da alcune dalle tematiche (bullismo, abilismo, sessismo, omofobia, sevizie, cyberbullismo, violenza, incesto), e dal tono che pure abbiamo cercato di moderare il più possibile nella direzione del grado zero: ogni elemento dell’articolo vorrebbe avere una funzione documentativa e critica, nonostante sia molto complesso riportare serenamente gli avvenimenti. Vi consigliamo la lettura del paragrafo Tentare un significato per mettere le informazioni in prospettiva.
Il “mito” e la storiografia del “mito”
Se vi chiedessero qual è la persona di cui disponiamo più documenti, probabilmente pensereste a grandi figure della storia internazionale, magari Napoleone, persone di cui si scrivevano biografie quando ancora erano in vita.
La realtà è ben diversa: la persona indubbiamente più documentata della storia è Christine Weston Chandler, nome che non dirà nulla a chi non frequenta certi luoghi del mondo digitale; una fumettista americana, transessuale e autistica che ha raggiunto un livello di popolarità così elevato, su internet, da arrivare ad avere un’intera enciclopedia (la CWCki) dedicata alla sua persona (non una pagina di una wiki qualsiasi, ma un’intera enciclopedia online che ne documenta ogni singolo aspetto). Decine e decine di persone da ogni parte del mondo, interessate alla sua vita, si sono impegnate a documentare ogni singolo gesto, opera e parola da lei compiuta. Oltre all’enciclopedia, su YouTube è presente un documentario in quasi 60 parti da 40 minuti l’una – che allo stato attuale non ha ancora coperto gli ultimi cinque anni di vicende – e un libro, disponibile su Amazon.
Il soggetto I
L’anno scorso, Chris-chan (così è anche conosciuta Christine) ha ricevuto un’ondata anomala di attenzioni in seguito al suo arresto, finendo anche sui giornali nazionali degli Stati Uniti, ma per ragioni di contesto parleremo solo successivamente dei motivi. Le vicende che racconteremo nei paragrafi successivi riguardano eventi reali, che hanno servito una diffusa narrazione collettiva, per cui è sempre bene mostrare cautela. Il “grottesco” che ne viene fuori è il risultato, insomma, di questa narrazione, all’insegna dell’iperbole e dell’assolutizzazione dei contenuti.
Christine è stata presa di mira, inizialmente, per i suoi fumetti, che la vedono costantemente nel ruolo di protagonista, oggetto di ammirazione e venerazione sacra da parte dei personaggi da lei stessa creati – nonostante il protagonista sia formalmente un altro personaggio, Sonichu (un mix tra Sonic e Pikachu, nonostante l’autrice lo ritenga un personaggio unico). Nei suoi lavori, sono riconoscibili le influenze culturali derivanti da prodotti destinati all’infanzia, merchandise e trame cartoonesche e videoludiche, insomma: una summa della cultura di massa più junk e consumabile. I riferimenti “adulti” di Christine sono individuabili in serie animate come I Griffin.
Chris-chan viene definita come una lolcow, una “mucca delle risate“: una di quelle persone “predisposte” a diventare un pungiball pubblico, in quanto marginali, con una serie di difficoltà, psicologiche e sociali, purtroppo “imperdonabili” in un contesto acritico come quello della rete. Alcuni arrivano a considerare questa “predisposizione” un “talento”.
Gli eventi
Ecco alcuni esempi delle violenze che negli anni Christine ha subito:
- Un tipo ha finto di essere Shigeru Miyamoto, famosissimo game designer legato ai più grandi successi della Nintendo, per farle credere che fosse interessato a produrre un videogioco sui suoi fumetti. Chris-chan non solo ha creduto alle mail, proponendo di realizzare dei giochi che lo vedevano sempre al centro dell’attenzione o addirittura nel ruolo di protagonista (all’epoca Christine non si identificava come donna, e si presentava come Christian), ma si era convinto che Miyamoto sarebbe stato onorato di incontrarla più di quanto lei sarebbe stata onorata di incontrare Miyamoto.
- Un altro troll si è spacciato per Vanessa Hudgens (all’epoca famosissima per High School Musical) dicendo di essere interessata a consumare dei rapporti sessuali con lei, senza (ovviamente) fornire alcuna prova della sua identità a Chris, il quale ci ha creduto senza battere ciglio, anche a causa del fatto che, come già emerso, Christine si consideri una VIP.
- Per sfruttare l’allora rampante omofobia di Chris, venne creato un falso forum chiamato Gay 4 Sonichu, in cui si affermava che Sonichu promuovesse l’omosessualità attraverso dei finti paper scientifici. Il risultato fu una serie di sfuriate in cui l’autore rivendicava con estrema forza la sua eterosessualità e quella dei suoi personaggi.
- Una persona si finse la sua aspirante ragazza, e inscenò assieme a un altro troll il proprio rapimento, spingendo Chris a guidare fino ad un altro stato americano, allontanandosi così per più di ventiquattro ore da casa propria. È considerato il più grande sforzo di Chris-chan nel raggiungimento della sua cosiddetta Love Quest (Chris utilizza infatti una montagna di neologismi e lessico familiare).
Il soggetto II
Sarebbe riduttivo l’utilizzo delle categorie di bullismo e cyberbullismo per definire l’azione collettiva di volenza e fruizione multimediale della violenza che ha coinvolto Christine e la sua “community”. Gli eventi sembrano nullificare le parole disponibili, eccedendole tutte. La valutazione della vicenda è resa ancora più complessa dal fatto che Chris-chan, anche a causa della sua vessata disabilità (l’assenza o la ridotta empatia, per esempio), non rientra, esattamente, nell’immagine stereotipica della “gentilezza”: di conseguenza a un narcisismo ipertrofico, che la porta a considerarsi una delle più grandi artiste della storia dell’Umanità, Christine si crede al di sopra delle leggi e identifica in qualsiasi altra donna una potenziale partner sentimentale. Alcuni esempi di suoi comportamenti stigmatizzati nella società contemporanea:
- Christine è andata in giro con addosso dei cartelli in cui esplicitava di cercare una partner (nel suo gergo, per compiere la sua Love Quest) per molti anni, con scritte che andavano dal romantico al “Voglio Donna!” (“Want Woman!”) su una reggiseno posto sopra una maglietta con scritto “Mi piace la Vagina” (“I enjoy Vagina”). Ha smesso solo a seguito dell’insistenza di sua madre.
- Ha tentato di investire con la propria automobile il commesso di un negozio di videogiochi che, anni prima, le aveva intimato di non presentarsi più, in quanto litigava con i bambini che andavano lì a giocare con le carte dei Pokémon. Nonostante la persona vittima della sua violenza abbia deciso di non proseguire per il penale e di farsi soltanto rimborsare le cure, Chris non ha mai dimostrato di aver compreso il suo errore e non si è resa conto del comportamento estremamente gentile da parte dell’uomo, nonostante il suo gravissimo atto (perpetrato, per di più, a distanza di anni dagli eventi al negozio).
- All’uscita del videogioco spin-off Sonic Boom in cui il protagonista, Sonic, aveva subito un redesign non gradito a Chris, quest’ultima, ritenendolo un grave disservizio al personaggio, ha iniziato a vandalizzare vario merchandise all’interno dei negozi GameStop della provincia, guadagnandosi lo status di “persona non grata” in molti locali. Quando tentò nuovamente di entrare dentro uno di essi, con addosso un paio di occhiali per bambine di My Little Pony, forse pensando fosse un travestimento sufficiente, ricominciò a mettere delle false copertine alle confezioni del videogioco con su scritte varie frasi in cui si invitava a non comprarlo; quando venne nuovamente invitata ad andarsene usò uno spray al peperoncino su uno dei commessi del negozio, senza che fosse in nessun modo aggredita. A tutto questo si sono accompagnate lettere su lettere di lamentele mandate alla SEGA, casa produttrice del videogioco.
- Ha disegnato lei e una sua amica intenti in atti sessuali: non solo la sua amica non ha mai dimostrato alcun interesse sentimentale o sessuale nei confronti di Chris (che all’epoca si identificava come uomo) ma quest’ultima ha ritenuto che le sue colpe fossero “ben poca cosa” rispetto alla sofferenza generata dai troll online ai suoi danni, visto che il disegno faceva parte di un piano privo di logica per sconfiggere i suddetti troll, almeno secondo lei.
Il soggetto III
A tutto questo, si aggiungono una serie di elementi agiografici – dunque a metà tra dato reale e leggenda – tanto tragici quanto potenzialmente “comici” (se usati come arma), che l’accompagnano da prima che internet la scoprisse:
- Christine spenderebbe la sua esigua pensione di invalidità esclusivamente in videogiochi, set Lego e altri giocattoli.
- Avrebbe uno stile di vita estremamente sedentario, il suo nutrimento è basato prevalentemente su cibo da fast food e cibo in scatola.
- Vive con i suoi genitori e non si è mai allontanata troppo dalla sua città (Charlottesville, Virginia), non avendo mai avuto accesso all’autonomia.
- Il suo outfit: porta al collo un medaglione di Sonichu realizzato con la creta e spesso indossa una maglietta a strisce. Inoltre, indossa un reggiseno (chiamato da lei muscle bra) da prima della transizione e ha sostenuto per anni che gli uomini dovessero coprirsi i capezzoli in pubblico per legge.
- Non ha mai lavorato e considera il suo lavoro come autrice di fumetti qualcosa di economicamente rilevante, nonostante insista nel produrre fumetti solo quando si sente ispirata. Nel corso di più di un decennio, ha prodotto pochissime storie: tra il 2010 e il 2015, ha prodotto solo 11 pagine per Sonichu #11.
- Ritiene di essere praticamente infallibile.
- Incapace di gestire la rabbia, per vendicarsi di chi le ha fatto un torto crea dei personaggi che rappresentano le suddette persone nei videogiochi per poi picchiarli con i suoi alter-ego digitali.
- La sua capacità di distinguere tra realtà e finzione è sempre stata labile (ed è peggiorata nel tempo): è da sempre convinta di avere poteri soprannaturali e che la maledizione che lanciava, la Curse-ye-ha-me-ha (chiaramente derivativa nel nome dell’onda energetica del cartone Dragon Ball), avesse una reale efficacia. Pensa che se riuscirà ad usare in modo efficace i propri poteri psichici risolverà i suoi problemi, ed è convinta che in una dimensione parallela i personaggi dei fumetti, dei videogiochi e dei cartoni animati esistano davvero.
L’origine
Tutto ha inizio quando 4chan, nota image-board dove si può scrivere ciò che si vuole anonimamente, scopre il sito su cui la nostra protagonista pubblica i suoi fumetti: lo stile di disegno colpisce subito chiunque poiché risulta facilmente infantile, pigro e raffazzonato. Chris disegna tutto a penna, senza mai fare alcuno schizzo preparatorio e senza aver mai studiato qualsivoglia elemento di anatomia e prospettiva, per poi colorare con i pennarelli. Se compie un errore, invece di ridisegnare la tavola, insiste con la penna o colora sopra.
Poco ci vorrà prima che Chris-chan scopra la verità, ossia che sull’enciclopedia satirica del web, Encyclopedia Dramatica, è comparsa una pagina dedicata a lei con vari disegni dei suoi personaggi, ovviamente con l’evidente obiettivo di prenderla in giro. Tra queste, l’immagine di Rosechu, la protagonista femminile, con un pene. La scoperta devasta Chris, che considera quel momento “il peggior fine settimana della sua vita”. Incapace di accettare di vedere i propri personaggi rappresentati in modo diverso da esseri eterosessuali, la rabbia dell’allora nostro si abbatterà sul sito, e darà vita alla macchinazione di un piano di distruzione che solo in un film di serie Z può funzionare.
L’idea era di riempire di dati e immagini la propria pagina su Encyclopedia Dramatica, immaginando che tutta quella quantità di informazioni avrebbe mandato il sito in crash. Il risultato fu quello di diffondere un’infinità di dati personali e disegni pornografici dei vari protagonisti del fumetto (tutti rigorosamente etero) che diede grande linfa ai troll, e che alimentò una fiamma durata per anni, fra intromissioni continue di estranei nella sua vita tramite hacking e “spionaggio” dal vivo, truffe, inganni, scherzi e test che hanno portato la nostra protagonista a diventare la più grande lolcow di internet. Anche grazie al postaggio assiduo di Chris e del suo reagire alle provocazioni, si è arrivati a un livello tale di materiale narratologico da doverlo dividere in periodi definiti saghe, sul modello delle epiche letterarie o cinematografiche.
Le conseguenze più ovvie sono state l’ulteriore manomissione di una salute compromessa e la regressione a un senso della realtà sempre meno concreto. Il bisogno di validazione di Christine e la sua ingenuità hanno finito per essere la sua condanna. Parliamo di un’attenzione mediatica negativa e pervasiva durata per oltre dieci anni, che certe volte è finita per invadere anche la sua quotidianità, alimentando paranoia e stress a cui nessuno andrebbe sottoposto. Chris stessa è cambiata: le sue opinioni omofobe sono nel tempo evolute in un’accettazione del genere proprio e altrui. Questi effetti collaterali positivi, tuttavia, sono nulla in confronto ad altre convinzioni inculcatele, come quella che avverrà un dimensional merge, momento in cui il nostro universo e quello dei suoi fumetti si uniranno, salvandola dai suoi problemi (soprattutto finanziari: nei suoi fumetti è ricca) e trasformandola in una sorta di divinità, con tanto di (ulteriori) poteri soprannaturali.
Il momentaneo epilogo
La vicenda ha preso una piega ancor più sinistra nell’ultimo anno: Chris-chan infatti è finita in carcere per aver compiuto atti incestuosi con la madre. La donna, anziana ed affetta da demenza senile, probabilmente non aveva modo di esprimere il consenso. Morto il padre e rimasta sola con la madre, lontani da tutti i parenti che hanno da lungo tempo tagliato ogni ponte con la famiglia (compreso il fratello da parte di madre), Christine è stata lasciata a sé stessa, finendo per sviluppare un interesse sessuale per la madre anche a causa del contesto alienante in cui i troll l’hanno calata, facendogli credere che non ci fosse nulla di male a compiere un tale atto, il tutto sfruttando le sue ossessioni per il sesso e le donne.
Chris-chan è, dunque, entrata in galera, dando inizio, purtroppo, a quella che viene già chiamata la Jail Saga. Lontana da internet, si pensava che la sua salute mentale si sarebbe potuta, in qualche modo, con il dovuto supporto psicologico, lentamente ristabilire, e che alla fine avrebbe trovato una sua strada. Le lettere che arrivano ad alcune persone dal carcere ci dicono invece che la Bibbia che ha modo di leggere ha alimentato in lei la convinzione di essere il Dio cristiano, tanto da indurla a firmarsi come “Sig.ra Gesù Christine Weston Chandler Sonichu, la Dea Blue Heart e Signore di ogni cosa” (“Mrs. Jesus Christine Weston Chandler Sonichu, the Goddess Blue Heart and Lord of All”). Non essendo nella posizione di rapportarsi pienamente con ciò che ha fatto, Chris si dichiara innocente.
Tentare un significato
Queste dinamiche, nell’era pre-internet, non si sarebbero mai potute verificare. Quello che Christine subisce negli anni è un unicum nella storia umana: nessuna persona è stata condannata o sono stati considerati reati gli atti che i troll hanno compiuto ai suoi danni. Si tratta di dinamiche adolescenziali fuoriuscite dal campo del bullismo scolastico e virtualizzate. Grazie alla distanza e all’anonimato creati dal virtuale, è stata possibile una completa disumanizzazione di Chris agli occhi dei suoi troll (che sarebbe bene cominciare a chiamare stalker, o addirittura persecutori, perché “troll” non sempre porta con sé significati negativi), permettendo loro di vessarla e di infliggerle una sofferenza costante, immoderata e soprattutto priva di conseguenze legali. Martin Forker ha evidenziato come la rappresentazione visuale, nel contesto delle vignette satiriche fra ‘800 e ‘900, abbia giocato un ruolo fondamentale nella demonizzazione dell’Altro e nella costruzione di capri espiatori. L’indice entropico e la portata distruttiva (nonché le dinamiche di legittimazione reciproca) schizzano alle stelle quando questo tipo di processi viene inserito nella cornice della memetica e delle image board, in cui non è più possibile distinguere il produttore dal prodotto, il contenuto dal contenitore, e tutto si svolge secondo categorie virologiche (Cianci, Upgrade della realtà – Virus e feticci nella circolazione digitale).
Christine è stata sottoposta a una tortura psicologica dove realtà e finzione diventavano indistinguibili e in cui un’audience, interagendo, ha avuto modo di osservare come si fa con una cavia attraverso lo schermo, non dovendo che scegliere gli strumenti da usare di volta in volta per arrecargli la massima sofferenza. Da questo aspetto, affiorano anche le questioni legate alla vecchiezza di un’idea di realtà separata da noi, indipendente dalle nostre azioni socio-biologiche (Nathalie Bulle, Ragione, razionalità e credenze. Una prospettiva storico-culturale): abbiamo già detto di come sia stato disinnescato in Chris il taboo dell’incesto. La classe-mondo di internet, come quelle dei college, non ha via di uscita. In questo caso, internet ha colonizzato la mente di Chris facendone la sua stessa gabbia, e l’ha resa incapace di distaccarsi dalle finzioni prodotte al suo interno, che, tragicamente, erano pure parte essenziale della sua strategia volta ad allontanarsi da una realtà deprimente, solitaria, frustrante e noiosa, in cui non ha alcun potere.
Specularmente, non è facile spiegare perché i persecutori abbiano desiderato investire così tante energie per torturare una figura in cui non-riconoscersi, una figura che li ha ossessionati tanto da fargliene registrare le gesta con la massima accuratezza possibile per anni, in forum quali Kiwi Farms, dediti a riempire pagine e pagine di discussioni a riguardo. La vicenda di Chris-chan, oltre a interrogarci sul rapporto fra agentività del singolo e agentività sociale, e quello fra credenze come costrutti (sociali, religiosi, bio-antropologici) e il loro articolarsi in comportamenti, ci riporta anche alla questione della legalità contenitiva e coercitiva, ponendoci di fronte alle possibili conseguenze derivate dalla frequentazione massiva di zone franche in quanto a identificabilità personale e pratica della violenza (si è riacceso in questi giorni il dibattito sull’identificabilità delle forze dell’ordine nelle manifestazioni di piazza).
Anche pensando a vicende in qualche modo analoghe in Italia, legate allo sfruttamento mediatico della marginalità e dell’asimmetria sociale (come nei casi di Andrea Alongi, del canale Youtubo anche io e di Giuseppe Simone) è necessario riflettere anche sul ritardo delle istituzioni in materia di legislazione per governare, un minimo, i meccanismi più entropici di internet (o, più realisticamente, dell’assenza di una pratica di contrasto delle dinamiche di cyberbullismo, soprattutto in contesti meno “palesi” come forum e server indipendenti); e sull’assenza sostanziale – questo soprattutto negli Stati Uniti (si pensi, senza sdrammatizzare, alla riscrittura contemporanea di Joker da parte di Todd Philips) – di un welfare sanitario.